Fare open data

Fare Open Data

Elenco di strumenti per consentire alle amministrazoni pubbiche di affrontare il tema attraverso un vero e proprio kit

Cosa sono i dati aperti?

Quando si parla di Open Data, si fa riferimento a dati pubblici in formato aperto, disponibili e accessibili gratuitamente da parte di tutti, senza licenze e limiti di utilizzo, ciò ne consente il pieno riuso, distribuzione e condivisione. Per essere considerati aperti, i dataset devono essere neutri rispetto agli strumenti tecnologici necessari per la loro fruizione e documentati esaustivamente. Infatti, gli Open Data sono:

  • Completi di componenti che permettano esportazione, utilizzo online e offline, integrazione ed aggregazione con altre risorse, diffusione in rete

  • Primari, cioè in forma granulare per una migliore integrazione ed aggregazione con ulteriori dati e risorse

  • Tempestivi, consentendo un accesso ed un utilizzo dei dati rapido ed immediato

  • Leggibili da computer, per garantire libero accesso, utilizzo ed integrazione

  • Codificati in formato aperto, ovvero senza controlli esclusivi da entità private o licenze che possano limitare o impedirne utilizzo, diffusione e distribuzione

  • Riutilizzabili, per un’eventuale integrazione

  • Ricercabili, facilmente identificabili in rete attraverso archivi o cataloghi indicizzabili

  • Permanenti, nelle caratteristiche per l’intero ciclo di vita del dato



I benefici dei dati aperti

Per la Regione del Veneto, il valore degli Open Data è centrale. Esso si rivela tale soprattutto per la strategia regionale di digitalizzazione, promossa dal programma dell’Agenda Digitale del Veneto 2020 (ADV2020) che fa dei dati aperti uno dei principali driver dell’innovazione e digitalizzazione. Infatti, i dati, anche in formato aperto, costituiscono un’importante leva di crescita e sviluppo economico e sociale per il territorio in quanto:

  • Restituiscono informazioni più precise agli utenti, civili ed istituzionali, migliorando così i processi decisionali;

  • Aumentano l’efficienza delle organizzazioni, sia pubbliche che private, abbattendo il costo di ricerca di dati e informazioni;

  • Contribuiscono alla creazione di nuove imprese e di nuovi posti di lavoro;

  • Consentono l’adozione e la nascita di modelli di business innovativi, che utilizzano i dati come materia prima o come leva di sviluppo; infatti, l’utilizzo dei dati in formato aperto può dar luogo a nuove applicazioni, anche mischiando dati provenienti da fonti diverse (mash-up) e, quindi, creando valore per gli utenti finali e anche potenziali fonti di reddito per gli sviluppatori;

  • Favoriscono il riuso dei dati di pubblica utilità e, quindi, lo sviluppo di nuovi servizi per i cittadini, nella forma di applicazioni, per questo motivo si parla di innovazione sociale abilitata dai dati aperti;

  • Stimolano la concorrenza tra le imprese, cosicché la PA possa affidare al mercato la creazione di nuovi servizi a partire dai propri dati;

  • Favoriscono una maggiore trasparenza e apertura della PA e la rendono più vicina ai cittadini e alle imprese, dando avvio a nuove virtuose forme di e-government;

  • Permettono la stesura di analisi statistiche e reportistica interna supportata dai dati;

  • Stimolano le Amministrazioni locali a pulire i propri dati e migliorarne la qualità, al fine di esporre informazioni più complete e aggiornate;

  • Favoriscono l’emergere di pratiche virtuose nella PA, poiché consentono il controllo sociale delle politiche pubbliche (concetto di accountability);

  • Favoriscono l’omogeneizzazione e l’efficientamento dei processi di acquisizione e di elaborazione dei dati.

In merito agli ultimi tre benefici esposti, si può notare come l’apertura dei dati della PA vada a vantaggio degli stessi conferitori dei dataset, garantendo che tali dati siano reperibili da tutti coloro che intendono riutilizzarli.


Il modello a 5 stelle dei dati aperti

Per valutare l’accessibilità e la fruibilità degli Open Data, si prende a riferimento il cosiddetto “Modello 5 stelle” di Tim-Berners. Questo modello conferisce ai dataset, in modo sequenziale, un numero di stelle da 1 a 5 (maggiore è il numero di stelle, maggiore è il grado di fruibilità del dataset). I dati sono considerati “aperti” solo quando sono strutturati e codificati in formato aperto, nonché elaborabili senza utilizzare un software proprietario come nel caso dei documenti in formato CSV (Comma Separated Values) (tre stelle). L’obiettivo è quello di pubblicare dataset da 5 stelle che sono integrati e collegati ad altri dataset (es. Linked Open Data, LOD), dando così valore aggiunto al potere dei dati aperti.

  • Una Stella (★): dati statici e non strutturati, non in formato aperto, quindi non rielaborabili; sono soltanto leggibili, conservabili e stampabili (es. documento in formato Microsoft Word, Pdf oppure un’immagine in formato grezzo, come GIF, JPG, PNG).

  • Due Stelle (★★): dati strutturati e codificati in un formato proprietario, ma convertibili in dati aperti (es. documento in formato Microsoft Excel)

  • Tre Stelle (★★★): dati strutturati e codificati in un formato aperto, rielaborabili senza software proprietario (es. formato CSV (Comma Separated Values)). Formato più semplice di dati aperti.

  • Quattro Stelle (★★★★): dati strutturati, codificati in un formato aperto e dotati di un URI; questi dati sono indirizzabili sulla rete, accessibili online e rielaborabili in diverse modalità (es. formato XML/RDF). È il caso, per esempio, di un dataset contenente gli indirizzi di tutti gli impianti sportivi di una località da cui è possibile accedere, attraverso qualunque software, a tutte le informazioni, eventuali foto e geolocalizzazione dell’impianto di interesse.

  • Cinque Stelle (★★★★★): dati aperti collegati ad altri dataset (es. Linked Open Data (LOD)), come quelli di altre amministrazioni.